Ansia da limbo? No, non è quella di non riuscire a passare sotto la sbarra senza buttarla giù.
Ah, e allora che cos’è? (spegnendo la musica e sfilandosi le coroncine di fiori hawaiane…)
Ne avete già sentito parlare, di ansia da limbo?
Si chiama così quello stato che sta accomunando un po’ tutti noi, generato dalla confusione del non avere certezza di cosa si potrà o non potrà fare nel futuro.
Il limbo, secondo la religione è il luogo in cui le anime che non sanno ancora bene cosa possono o devono fare, soggiornano in attesa che qualcuno decida per loro.
Usiamo il termine “limbo” quando in effetti ci troviamo in uno stato delle cose che non ci permette di prendere decisioni definitive e di facile applicazione, è un luogo di sosta dove rimanere in attesa.
Perché questo stato dovrebbe essere associato all’ansia o generarla?
Perché il fatto di dover costantemente essere sospesi in attesa di regolamenti che ci dicano cosa ci è consentito o non consentito fare crea una sorta di inconsistenza sulla quale diventa impossibile pianificare un possibile futuro.
E’ come cercare di andare avanti con la macchina per poi scoprire che l’auto è sospesa e per quanto noi acceleriamo o cambiamo marcia o mettiamo le 4 ruote motrici, le ruote non faranno mai attrito con l’asfalto e quindi rimarrà sempre nella stessa posizione.
Anche i più arditi tra di noi, coloro che hanno una soluzione per tutto e non si lasciano abbattere dalle crisi, davanti a questo limbo rimangono interdetti perché non hanno delle regole stabilite, chiare e durevoli nel tempo, che gli permettano di capire entro quali spazi possono muoversi.
E’ estremamente stancante vivere in un limbo: perdi la tua identità conquistata attraverso le azioni che puoi fare, la tua identità sociale e quella lavorativa… quello che lascia è una sensazione di smarrimento ed inutilità che non ti fa più avere voglia di fare nulla …. Perché tanto come la fai, la sbagli, e allora tanto vale.
E’ come tenere tutte le attività e ciò che sei letteralmente in sospeso, in attesa di tempi migliori in cui tutto verrà di nuovo concesso… Ma questa certezza in realtà non ce l’hai. Vivere nell’attesa che tutto torni come prima e che tu possa riprendere tutte le tue attività come le hai lasciate è un po’ come fare i conti senza l’oste. Ed in più il tempo passa, e il tempo anestetizza il sentito, le passioni, le emozioni. Facendo così rischi di lasciar morire e addormentare delle parti di te… e ogni parte di te che addormenti, rischi di perderla.
I segnali che sei in balìa del limbo sono svariati: svogliatezza, apatia, poca voglia di uscire, di avere scambi (ovviamente in sicurezza) con gli altri, non sentirsi più in grado di fare cose, non cogliere opportunità, e avere la ferma convinzione che è inutile fare qualsiasi cosa o prendere decisioni.
Botta di allegria, vero?
Si può combattere? E come?
Attivare la fisicità è una delle prime cose che ci può aiutare, lavorare sui sensi che, ricordo sono i nostri sensori con cui percepiamo e viviamo il mondo, ci aiuta a sentirci vivi e parte di qualcosa che ci da qualcosa in cambio:
- Ogni giorno scegli un profumo e soffermati qualche secondo su di lui: può essere un olio essenziale, può essere il profumo della pioggia, del bosco, del mare, dei capelli di tuo marito, la pelle del tuo bimbo…
- Quando scegli come vestirti o truccarti, porta l’attenzione su un colore ben preciso, non limitarti a scegliere quella maglia perché è “la prima” o “la più comoda”, sceglila perché blu o rossa o bianca.
- Quando mangi, concentrati su un cibo in particolare e decidi di masticarlo almeno 32 volte: ascolta la consistenza, il profumo, il gusto…
- Il tatto: tocca le cose e ascolta che sensazioni ti danno, prenditi un attimo per toccare veramente tuo marito, i tuoi figli, il tuo gatto… lascia che siano carezze che dai ma anche che ascolti: che sensazione ti da toccare? Cerca attività fisiche che ti piace e che puoi fare nei limiti delle regole, purtroppo chiudere le palestre è stato un colpo basso, oltre alla fisicità vi era una socialità non trascurabile (tra l’altro estremamente ligia alla regole) che aiutava molto, ma per fortuna molti istruttori si sono adattati con lezioni online che tamponano con ottimi risultati il poter lavorare sulla percezione del propri corpo.
- Ti piace ballare? Puoi farlo anche da sola/o! Ti piace camminare, fallo! Ti piace fare un bel bagno e poi incremettarti dalla testa ai piedi, ottimo! Curate il vostro corpo e che vi sia chiaro che esistete! Se sentite che la depressione bussa alla vostra porta, correte ai ripari, parlatene con qualcuno, meglio se con uno psicoterapeuta!
Sforzatevi di fare delle cose e di partecipare ad eventi o corsi, anche se sono solo online. Dire “eh ma a me le cose online non mi piacciono preferisco farle poi quando sarà possibile di persona” è il primo passo verso il lasciarsi andare nel limbo. Siamo d’accordo che di persona è tutto meglio, ma a momento non sappiamo se e come sarà possibile… quindi occorre sforzarsi di avvicinarsi al cambiamento. O adattarsi o lasciarsi trascinare del vortice del Limbo.
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