Dietro una rabbia, c’è sempre sofferenza, anche per un qualcosa che il nostro io percepisce come ingiustizia. Fateci caso.
Sia essa una rabbia cieca, o una rabbia antica e persistente, a scatenarla c’è stata sempre una sofferenza più o meno grande. Qualcosa che a nostro avviso ci ha ingiustamente traditi, mentito, nascosto, delusi…
Qualcosa che non ci aspettavamo, si è mostrato. E si è mostrato con tutta la forza dell’inaspettato e ci ha lasciati così… sorpresi e senza fiato, confusi e sconcertati. E il nostro cuore ha cominciato a piangere disperato e infranto. Tutto quello che non ci saremmo mai aspettati è successo e ci sentiamo persi e le certezze vengono a mancare, così, oltretutto ci sentiamo anche vulnerabili.
Sentirsi esposti, e vulnerabili non piace a nessuno, ed ecco che nasce una rabbia che si fa strada e cresce dentro di noi, a volte quasi senza far rumore fino a diventare un mostro pronto a colpire e a proteggerci, nel caso succedesse di nuovo qualcosa di tremendo.
La rabbia è un sentimento che nasce come una reazione forte e protettiva ad una sofferenza che ci ha colpiti. Non bisognerebbe rivolgerci a lei per superarla, ma a quella piccola creatura che piange sofferente in qualche angolo del tuo cuore. Per chiederle cosa c’è che non va, chi le ha fatto del male.
Non dimentichiamoci inoltre che fra tutte le emozioni che viviamo, la rabbia è la più seduttiva. Arrabbiarci ci fa sentire (falsamente) potenti, decisi e sicuri, la carica energetica che ci dà ci appaga, ci sembra di fare finalmente qualcosa e di non restare inermi davanti a ciò che sta accadendo. Ma poi, una volta arrabbiati, non è detto che faremo veramente qualcosa per RISOLVERE la situazione, anzi. 8 volte su 10, subito dopo ci sentiremo in colpa per aver reagito così male.
E quando poi sono gli altri ad arrabbiarsi? Che si fa?
Ricorda che le emozioni, rabbia compresa, agiscono come delle ONDE, hanno un naturale moto di evoluzione. Si innescano, salgono, raggiungono un top e poi scendono.
Il consiglio è fare ciò che è possibile per non buttare benzina sul fuoco durante l'onda, in modo che possa giungere naturalmente al termine.
Magari possiamo allontanarci fisicamente dalla situazione che ci ha portati ad innescarla, possiamo metterci in disparte distraendoci se vediamo che parte un dialogo interno di auto alimentazione della rabbia. Evitiamo di dire "calmati, respira" perchè è un diversivo che spesso non solo non funziona, ma il più delle volte agisce come benzina sul fuoco.
Lasciamoci la sensazione che "va bene anche vivere la rabbia", che se non la alimento passa da sola, e poi magari successivamente, a bocce ferme, potremo muoverci alla ricerca di cosa ha fatto detonare la bomba.
La kinesiologia emozionale RD, tra le tecniche che utilizzo, ti permette di dialogare proprio con quella parte lì, che chissà da quanto tempo è rinchiusa a piangere una sofferenza, per aiutarti a prenderne consapevolezza e integrarla serenamente nella tua vita, permettendo così alla rabbia di sciogliersi dolcemente, e di continuare la sua onda
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