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Immagine del redattoreYana K Duskova Madonno

Dermatite: "Quel contatto che vorrei, ma se mi toccano mi sento a disagio"


Condivido con voi il feedback dopo due incontri di decodifica del sintomo che aveva come oggetto una dermatite portata avanti da tempo che non dava grossi segni di miglioramento con i rimedi classici.


Ciao Yana ti faccio un resoconto,con i fiori di Bach non sono stata molto ligia🤣🤣, però la dermatite si è ridotta 😊😊😊e la cosa più bella che io l ho accettata e non respinta come sempre anzi qualche crosticina mi ricorda "chi ero e chi sono diventata" anzi perderle tutte mi dispiacerebbe.
Inoltre le coccole ai capelli adesso le accetto e anzi mi fanno pure piacere.
Grazie per lo splendido lavoro che fai 🩷


Cosa abbiamo fatto insieme?

Intanto abbiamo scomposto l'etichetta della diagnosi tradizionale (non perchè non sia corretta ma perchè appartiene a un modello che non ci è utile per procedere), poi in base ai sintomi personali raccontati abbiamo individuato il percepito che aveva a che fare con una "separazione" o "rottura di contatto" che non avviene mai per caso o in zone a caso.


Cosa definisce il dizionario sanitario con il termine “dermatite”?

“è il termine medico generico con il quale si indica una condizione caratterizzata da pelle arrossata, irritazione, gonfiore e prurito.” (fonte: Humanitas)


Sappiamo che tutte le parole mediche che finiscono con -ite ci parlano di infiammazione, e vengono associate localmente al prefisso che le precede, in questo caso derma- (insieme di strati che più comunemente viene chiamata pelle).


Il termine in sé quindi, ci parla di uno stato alterato della pelle, chiaramente visibile, può essere seguito da indicazioni che ne tracciano modalità, località, presunta origine, ecc.


Ma noi, abbiamo detto, abbiamo scomposto il sintomo, perché non dovendo cercare quello che cerca il medico (che interverrà nella maniera che ritiene più corretta in base alle sue conoscenze ed esperienze, anche aiutando a volte con i farmaci) abbiamo bisogno di altre informazioni, così abbiamo chiesto come sente la pelle, come la vede, se è arrossata, se fa croste, da quanto tempo, se squama e soprattutto DOVE.


Perché Il nostro corpo, tornando al sentito che porta la bio-logia a reagire in un modo ben preciso,  ci dice esattamente dove è stata sentita la mancanza - rottura di contatto.

In questo caso era la testa, con una lateralità che, essendo lei destrimane, ci parla della relazione con padre/partner/pari.


Così abbiamo camminato attraverso ai racconti del sintomo aiutandola a sentire come percepiva le carezze in testa del compagno, per poi continuare il sentiero e individuare la prima attivazione ricordata, ovvero la prima volta in cui ha avuto la sensazione di separazione da carezze (in questo caso con il papà)  per ascoltarla e accoglierla, sentendola e sostenendo il riequilibrio con i diversi strumenti a nostra disposizione (Quanti-Ka, meditazioni, kinesiologia e-mozionale).


Non perché ci fosse qualcosa di sbagliato nelle sue percezioni, non siamo andate a caccia di colpe, cose da lavorare o rimediare, cambiare o riprogrammare.


Ma integrando a livello vibrazionale quello che lei già aveva sentito, ovvero che ognuno di noi è perfetto esattamente così com’è e ogni scelta che fa è quella giusta per sé.


E questo è possibile integrarlo nel nostro sistema energetico donandogli la vibrazione del suono, del ricordo giusto raccontato a voce alta, rimanendo testimoni di se stessi. Che è ancora molto diverso del semplice “acquisire consapevolezza”.


Ma andiamo avanti.

Siccome era una situazione che si attivava con intensità diverse da anni, abbiamo anche considerato che il sintomo creava un disagio a livello estetico che non le permetteva di comprendere completamente quel programma.

Questo abbiamo potuto verificarlo perché i sintomi apparivano e scomparivano con modalità diverse, conoscendo la curva delle 5lb è stato possibile appurare che non c’era un solo sentito attivo, ma una concomitanza di percepiti che viaggiavano separatamente.

 

Già, perché troppo spesso ci dimentichiamo che un sintomo o una malattia possono diventare a loro volta un nuovo “conflitto” o più correttamente una nuova “attivazione”  per come lo viviamo.

Così una piaga o una ferita che magari sono già in aperta fase di guarigione (e basterebber solo accompagnarli con un rimedio di contenimento), possono farci sentire “inadeguati, brutti, schifosi, ecc”, e stimolare un secondo sentito, la cui risposta del corpo interverrà inevitabilmente a incasinare la situazione.


Ecco perché una delle prime cose da fare è aiutare la persona a sentirsi a suo agio, accudita, accompagnata, rassicurata e in pace.

 

In questo caso, il secondo sentito ci parlava dell'importanza bio-logica del sentirsi "meritevoli esteticamente": il fatto di provare disagio a causa delle crosticine da riparazione non le permetteva nuovamente di "accogliere" quel contatto che tanto le mancava (non a livello consapevole, ma a sentito bio-logico).


"Vorrei quel contatto ma mi sento a disagio se mi toccano quando ho le croste".

 

E poi? Qui ci sono alcune scuole di pensiero che dicono che basta così… che basta che la persona agganci e integri il ricordo, a  me piace considerare che seppur un’ora di “ascolto di sé” è già tante cose, la persona poi torna nella sua vita, nella sua routine e tutto sommato un aiuto vibrazionale per “salvare” l’informazione sentite non sia poi una così cattiva idea.


Attraverso un test kinesiologico quantistico abbiamo testato quale rimedio fosse il migliore per accompagnare e sostenere i risultati dell'incontro, in questo caso sono stati Fiori di Bach da assumere e applicare anche localmente. Durante tutto l’incontro per me è consuetudine utilizzare Quanti-Ka affinchè tutto ciò che è coerente per la persona possa avvenire con fluidità e secondo il percorso della sua anima.


A volte inserisco meditazioni e visualizzazioni, altre volte affermazioni per testare le credenze inconsapevoli, ogni incontro è diverso perché è il frutto del campo energetico ed esperienziale della persona e del mio, ed entrambi sono costantemente in cambiamento.


Ogni volta che due campi energetici si incontrano danno vita inevitabilmente a qualcosa di nuovo, sta alla persona la facoltà di osservarlo e accoglierlo.

Un incontro di decodifica del sintomo non è mai uguale o standardizzabile, questo non dovrebbe mai esserlo per nessuna disciplina che intende aiutare il prossimo. Abbiamo visto molte volte come questo sia un limite della medicina classica, quello di protocollare un sintomo per liberarsi dalla responsabilità di fare la scelta giusta o sbagliata. Il sintomo ci racconta di una storia personale, che racchiude in sé a volte anche la storia della famiglia, degli avi, a volte ricordi rimossi perché troppo dolorosi. Nessuno fa scelte sbagliate: ognuno di noi fa le uniche scelte che può fare con le conoscenze e i sentiti che ha.

 

 

ATTENZIONE: questo racconto è il frutto di un incontro personale con una persona con una sua storia e un suo percepito unico, speciale ed irripetibile.

Per quanto sintomi simili possano condividere un trascorso simile, l'invito è quello di NON GENERALIZZARE facendo di un caso, tutti i casi.

Grazie a questa persona che ha condiviso con me e con voi questo vissuto, affinchè la sua esperienza possa essere d'aiuto anche ad altri.


 

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