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E tu? Come hai migliorato almeno una vita, oggi?

Poche cose ci fanno sentire bene come una buona azione. Pensaci un attimo, rispondi a questa domanda: quando è stata l’ultima volta che hai fatto una cosa buona o un’azione parzialmente o totalmente disinteressata? Non è il caso che vai alla ricerca dell’azione da supereroe, quindi lascia stare quella volta che hai liberato il popolo schiavo del faraone o quella volta che hai fatto scudo con il tuo corpo per salvare un camion con bambini, cuccioli di foca, ciechi e ogni sorta di categoria che sia associabile vagamente alla vulnerabilità.

No, ci basta di meno, siamo grandi ogni volta che aiutiamo qualcuno. Quando aiutiamo qualcuno, per quanto sia moderato il gesto, non possiamo negare che gli stiamo cambiando la vita, ogni volta in misura diversa, ma oggettivamente abbiamo contribuito al carattere che quella giornata avrà per quella persona.

Come ti sei sentit* quella volta che ti sei ricordat* di lasciare il tuo posto sul treno a quella signora anziana? O quella volta che hai lasciato passare avanti in coda al super mercato quel signore che aveva solo 2 cose? Questi sono solo due esempi, e probabilmente l’hai fatto senza pensarci troppo, eppure sei stat* bene, e staresti ancora meglio se pensassi che anche solo per un attimo quella persona ha avuto un beneficio, è stata momentaneamente meglio, grazie ad un tuo gesto.


L'essere umano ha insito in se il bisogno innegabile di sentirsi utile alla comunità. Vuoi far felice una persona? Falla sentire utile.


Le vite non si cambiano solo attraverso gesti eroici o cambiamenti radicali, le vite possono migliorare anche attraverso piccoli gesti, solo che non ci pensiamo mai abbastanza, non siamo abituati a dare valore ai piccoli gesti che riempiono la giornata… come se ci si aspettasse sempre di più da noi… Magari perché da bambini, dopo aver fatto una carineria qualsiasi, spontanea, di cuori, quando andavamo in cerca di conferme rispetto a “quella cosa bella che avevamo fatto” ci venivano dette frasi incoraggianti come “hai fatto appena il tuo dovere” “cosa ti aspetti un applauso, questo è il minimo che potevi fare” e via altre deliziose uscite che la Montessori ancora sta vorticando nella tomba che “MinipimerSpostati.

PER I GENITORI AVVISO: Cari mamme e papà, non dimenticate mai di entusiasmarvi per le piccole buone azioni dei vostri figli… incoraggiateli a compierle e ad essere felici per questo senza sensi di colpa, e se è pur vero che nella vita incontreranno prima o poi qualcuno che dirà loro “cosa ti aspetti, un applauso? Hai fatto solo il tuo dovere”, ricordatevi che l’unico vero applauso o entusiasmo che aspetteranno sempre, e a cui daranno importanza, sarà il vostro. Quindi, non lesinate! Il pupo fa un ruttino dopo aver digerito? Entusiasmo. Il pupo si alza in piedi a stento per raccogliervi l’ennesimo fiorellino o filo d’erba o pietra? Applauso ed entusiasmo. Vostro figlio è contento perché ha aiutato un altro compagno a scuola? Standing ovation, oscar e se possibile, puntiamo al Nobel per la pace!


La felicità è qualcosa che si può provare e costruire anche tutti i giorni a piccoli passi, possiamo farlo per la nostra e possiamo farlo anche per gli altri: se poi con un unico gesto riesco a farle entrambe ecco che la combo è perfetta!


Non si tratta di soli movimenti energetici o emozionali, fare cose belle ci attiva tutta una serie di neurotrasmettitori il cui compito è quello di “farci provare” fisicamente la felicità. Un’emozione, infatti, per essere definita tale, deve poter essere avvertita anche fisicamente. La cosa figa è che il procedimento può attivato anche al contrario, ovvero posso fare delle cose affinché si attivi la felicità. Avete mai provato a tenere un sorriso, per qualche minuto sforzandovi di farlo? Provate. Tenete un sorriso per non meno di 2 minuti e ascoltate cosa cambia nel vostro sentito… Se poi avete anche la possibilità di respirare il profumo di qualche olio essenziale di agrume o di lavanda, vedrete che piega prenderà il vostro sentito. (Grazie a Diego Merlo Osteopata e Sandra Ottonello consulente di oli essenziali per le conferme!).


Che ci piaccia o meno, facciamo tutti parte di una comunità: non importa quanto questa sia grande o definita, ne frequentiamo diverse e possiamo parteciparvi chi più o chi meno, ma non esistono esseri umani che non interagiscano con altri, seppur con tempi e modalità diverse, lo facciamo tutti. Il fatto stesso di andare a lavorare e fare parte di un gruppo, ma anche essere un libero professionista che interagisce con clienti o fornitori, ecc… tutti abbiamo sempre a che fare con qualcuno, con piccole e più o meno stabili forme di comunità. Interagiamo anche quando decidiamo di non interagire, non è qualcosa che possiamo evitare. (E viceversa gli altri che lo vogliano o meno influenzano la nostra vita, quindi tanto vale che sia per il meglio!)

Anni fa, partecipando ad evento di coaching, mi fece molto effetto vedere quest’istruttore di culturismo che, per luoghi comuni avresti associato a tante cose ma non alla sensibilità emozionale, nel suo piano della giornata che rispettava religiosamente metteva meditazioni, un certo tipo di alimentazione, leggere almeno un libro al giorno e… “migliorare almeno una vita ogni giorno”.

Non importava come o quanto fosse grande il gesto: lui aveva anche una capacità economica al di sopra della media ma il punto non era questo, il punto era che essere responsabili della propria vita vuol anche dire comprendere che si fa parte di un qualcosa di più grande e accettare che il nostro comportamento può influire più o meno direttamente sulla vita degli altri. Quindi se posso scegliere di interagire nella vita di qualcuno, tanto vale che sia per il meglio e per il massimo bene comune.

E il fatto stesso di salutare con un bel sorriso una persona che non conosciamo e che incrociamo per strada può fare ed essere la differenza per quella persona, fosse anche solo per il fatto che era trascinata dai problemi del giorno e quel gesto l’ha distratta impedendole di farsi trascinare più giù.

Pronti per l’esercizio?


Attenzione: non è semplice, le prime volte vi guarderanno straniti, con malcelata diffidenza… ma è solo perché non siamo più abituati alle gentilezze.

Se temete che la spontaneità non sia il vostro forte, preparatevi 3 cose da fare nei prossimi 3 giorni, potete anche scegliere le persone… Così da muovervi su un terreno sicuro. Altrimenti scegliete semplicemente di migliorare una vita ogni giorno, con un gesto che faccia la differenza (che non vuol dire gesti che vadano al di fuori delle nostre possibilità, chiaro?) e lasciate che sia.


E la cosa importante è che ne siate consapevoli. Siate responsabili delle vostre buone azioni. (Che non vuol dire che andrete a sbandierarlo in faccia alle brutte persone!).

Riepilogando:


Una cosa, per 3 giorni (ma se volete anche di più!)
A 3 persone o più.
Che vi permetta di essere sicuri che, anche se solo per un attimo, la vita di quella persona è migliorata.


Regalate un sorriso, lasciate un caffè sospeso, fate un complimento disinteressato. Non importa, basta che alla sera quando andrete a dormire potrete rispondere alla domanda “E tu, hai migliorato almeno una vita, oggi?”




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