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Perchè tradisci?

Aggiornamento: 5 ago

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Dai su, lo sappiamo. In estate aspettiamo tutti quella roba lì. Anche se non te ne frega niente, dopo un attimo salta fuori la notizia che tizio ha tradito tizia o giù di lì, e un occhio ce lo tiri.

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Il tradimento, grande tabù della nostra società. Onta incancellabile.


Che si tratti di una relazione amorosa, un’amicizia, un rapporto di lavoro, chi subisce il tradimento passa dei brutti quarti d’ora.

Posizione diversa invece quella di chi tradisce che, essendo in un movimento più o meno consapevole, si trova con le mani nel barattolo dei biscotti mentre accendono la luce.

 

I più arditi tentano un vagamente convinto “ti posso spiegare”, altri si cospargono il capo di cenere buttando tutto in un “è solo colpa mia”; gli eroi prendono la situazione a due mani e tentano il ribaltamento stile cariola adducendo un “bè dai… avresti dovuto saperlo che sarebbe andata così… d’altronde non hai visto che non stava funzionando?”, 1 a 1 palla al centro.


Ma una cosa che in pochi vedono è che il tradimento non è quasi mai un movimento fatto per ferire qualcuno di proposito o un attacco personale: ma è un movimento di ricerca e compensazione rispetto a qualcosa di profondo e importante che manca alla persona che si allontana.

 

Cosa significa tradire?

L’origine della parola tradire viene da “consegnare” , l’accezione storica più significativa sia quella di giuda che “consegna” gesù (tradisce, consegna) e così via con il “consegnare la patria, una città, una persona” rompendo una fiducia, un patto.

 

Quindi per definire un tradimento occorre:

-           essere in due+1

-          si deve essere certi che si ha una relazione,

-          avere un coinvolgimento relazionale che determinerà l’intensità delle E-mozioni e dei sentimenti che evolveranno.


Se tu sei il mio fruttivendolo e mi becchi che vado a comprare le albicocche da un’altra parte, è ragionevole pensare che, qualora ti sentissi tradito, sarà comunque ben meno peggio del fatto di beccare tua moglie infrattata con il postino.

Giusto?

Andiamo avanti.


Un altro fattore che influenza la parola con la T è il grado di coinvolgimento e appartenenza tra le figure coinvolte, che in maniera alla “carlona” possiamo individuarla con le domande: “quanta gelosia provi? Quanto hai bisogno di stabilire con certezza che l’altra persona appartenga al tuo “branco”? Quanto hai bisogno di sapere che sei la sua priorità? La sua persona speciale?”

 

Cosa succede se sei il “tradito”?

Ma allora cos’è che ci fa incazzare o ci fa male quando veniamo traditi?


Ora ti svelo un segreto: la prima cosa che accade è un dolore tremendo, lancinante, misto a sorpresa e incredulità, e poi a seconda del tuo vissuto,  o ti arrabbi abbestia o cadi in un vortice di desolazione profonda che Bridget Jones ha solo di che imparare.


Se fai parte del primo caso è molto probabile che quel tradimento significhi che qualcosa si è messo tra te e le tue aspettative/piani, quella relazione imprevista ti allontana da qualcosa per te molto importante. Avevi un sogno, un obiettivo, un’aspettativa per te essenziali, ai primi posti nella tua personale classifica di “cose importanti nella vita” e improvvisamente ti trovi con le uova rotte nel paniere, e quella persona con la quale ti eri fatta l’idea di raggiungerli ha sottilmente ventilato l’ipotesi che probabilmente la sua classifica delle priorità era leggermente diversa.

E’ anche spesso associata alla sensazione che “il terzo incomodo” ti abbia strappato via qualcosa ingiustamente, che doveva farsi i fatti suoi, che non doveva permettersi di entrare. (Anche se, detto tra noi, probabilmente stava sfondando una porta aperta).


E’ infatti molto difficile, davanti a una relazione dove si  comunica, arricchente e che da speranza per il futuro, che si trovino spazi per entrare. Il terzo incomodo magari ci proverà, ma l’ingresso sarà garantito solo se qualcuno di là aspettava visite (“una sera mi è suonato il campanello, che strano io l’amore ce l’ho già…” Orietta Berti cit.)

Incazzatura 10

Fiducia -10

Dolore reale 10

Percepito 5

 

Quando invece cadi nel baratro delle vaschette di gelato, film d’amore e ti scopri a cantare a squarciagola “all by my self” con il soffione della doccia, ecco qui è il secondo caso, che a volte può avvenire come evento naturale dopo il primo momento di rabbia.

In questo caso è probabile che il dolore sia più legato alla sensazione di “aver perso” qualcosa, a una “mancanza”, un pezzo di cuore o di vita che ti ha lasciata/o, o che hai perso. La sensazione è quella che viene a mancarci un pezzo di integrità… un appoggio, un riconoscimento. E’ un dolore che suona profondo e per qualche tempo ci fa sentire impotenti e senza speranze, ha un suono che ricorda anche un po’ la svalutazione… non valgo abbastanza per… E colpa mia se…


Incazzatura latente 6, percepita 3, gli amici ti dicono ma come fai a non incazzarti?? E tu rispondi non ce la faccio… in fondo se guardo bene, i segnali c’erano tutti…

Modalità bambi che ha perso la mamma: on

Dolore reale 10

Dolore percepito 15




E’ vero che “il tradito” non lo sa mai? Che non si accorge di niente?

Bè… siccome su Bambi non si può sparare, anche qui ci muoviamo sulle mine. E’ veramente difficile che il tradito non mangi mai la foglia, otto volte su 10 capisce qualcosa ma preferisce non vedere (anche qui il dolore di mettere tutto in discussione o rischiare di perdere qualcosa è troppo grande) o aspettare l’evolversi delle cose. Vuoi per ripicca e essere pronto/a a rinfacciare la cosa, vuoi per paura di perdere definitivamente la persona (per il valido per quanto discutibile “se non vedo non esiste”).


Fate molta attenzione ai traditi che se la fanno passare in fretta, che velocemente riaccolgono tra le braccia il partner con il capo cosparso di cenere… Una fiducia infranta ha bisogno di essere elaborata come un lutto, deve poter affiorare negli occhi delle coppie per vedere crepe e soluzioni.

Un partner che dice “ti perdono, andiamo avanti” senza guardare veramente cosa è accaduto ha due punti fragili:

il primo è quello di sentire di non valere abbastanza senza l’altro e quindi rimane inconsapevolmente una scelta di comodo, “mi fa talmente paura l’idea di rimanere solo/a che mi faccio andare bene tutto”, ma in realtà non ama veramente l’altra persona;


Il secondo è quello di giocare un ruolo di potere importante, lasciare in sospeso un credito relazionale “ricordati sempre che io sono sopra di te perché ti ho perdonato con facilità, guarda quanto sono buono/a… non ti sei neanche dovuto/a spiegare e io ti ho riaccolto”, ma le fratture di relazione vanno viste ed è importante per il fautore avere la possibilità di scegliere di ricostruire e sentire la responsabilità della sua azione, poterne pagare il prezzo, poter sentire il valore del redimersi dall’accaduto. “Ti ho ferito? Devo poterlo vedere, sentire e comprendere il mio ruolo, per poter andare avanti.”

 

Se sei inoltre un tradito e vedi il gesto come un attacco alla tua persona, un affronto personale o qualcosa che è stato fatto contro di te e allora prenditi un attimo per farti due domande… che abbiamo già capito un possibile punto dove la relazione stava facendo acqua…

 

 

Il traditore

Come mai tradisce? E’ vero che non te ne accorgi? Che un attimo prima stavi bene, eri felice e appagato/a e dopo un attimo, senza accorgertene, stai firmando contratti con altre società o ti sei casualmente dimenticato/a le mutande a casa di qualcun altro/a?


E’ un casino, perché diciamocelo: il traditore non fa mai una bella figura. E’ difficile stare dalla sua parte, devi volergli proprio tanto bene o conoscere bene la situazione. Anche perché la società non li vede di buon occhio… addirittura ancora oggi in alcune comunità vige la regola (in caso del matrimonio) del “tradisci pure, l’importante è che alla sera torni a casa, o l’importante è che non si sappia” (solo per l’uomo, che si sa, “ha certi bisogni”… certo, perché le donne invece non li hanno… tutte di marmo… almeno servisse per tenere tette e culo alti e sodi… e invece neanche quello).


Nell’ambito lavorativo invece è più facile… ci sono regole e contratti pensati appositamente per sistemare tutto in ogni caso… per fare in modo che ci si faccia meno male possibile, insomma patti chiari, amicizia lunga.

Ma ricorda: il movimento è sempre quello di “ricerca di qualcosa di importante che mi manca”.



Perché il traditore viene messo alla gogna?

Quando tradisco, consegno qualcosa a qualcuno che viola il nostro patto di fiducia. Quando tradisci io non posso più fidarmi di te, non sei più un porto sicuro, hai trasceso un patto che avevamo sottoscritto, non sei stato/a di parola, non posso più fare riferimento a te per andare avanti, mi viene a mancare un sostegno…

Devo andare avanti? O è chiaro perché ci rode, quando veniamo traditi, e perché la persona che tradiamo farà molta fatica a riaccoglierci nella sua cerchia?

Perché chi tradisce, consegna qualcosa percepito come nostro a qualcun altro. (E no, non sto parlando solo del pisello o della patata, ma di consegne di sogni, realtà e percorsi di vita), è come dire ora che tu ti sei spostata/o altrove, hai consegnato la nostra felicità altrove, io mi ritrovo sola/o sul sentiero. Il dolore non può che essere grande.

Ricordiamoci inoltre che, dal punto di vista biologico, il tradimento non è previsto, portare energie e risorse al di fuori del nucleo o del branco compromette la sopravvivenza del branco stesso.



Tradimento, come succede?

L’essere umano è programmato per muoversi su due binari evitare/rifuggire il dolore e quello che non piace, e andare verso o essere attratto dal piacere, in qualunque situazione e indipendente dai dogmi sociali. Non è mai un piacere/dispiacere oggettivabile, anche in questo caso non tutti i gusti sono alla frutta. (Ma come… ha una moglie bella, che lo aspetta a casa, dei figli sani, un bel lavoro, una bella casa… come  è possibile che sia stato attratto da una “scapestrata, mezza matta”’ -> ecco questo è ragionare per luoghi comuni… il tradimento ci dice che nonostante avesse tutto quello che la società reputa “top” questo non bastava a fargli sentire il “piacere”… c’era spazio per altro. Ovviamente la storia vale anche viceversa)

Esiste anche una teoria del sistema karmico ed energetico secondo la quale il traditore, dopo un po’ si metterebbe anche nella situazione di essere scoperto, come se necessitasse di poter vivere la storia nella sua normalità, senza veli alla luce del sole. Come se una parte di identità reale spingesse per manifestare il suo dolore il bisogno di manifestarsi come vera e con valore.

 

Il compito ingrato del terzo incomodo

Esiste un video di Igor Sibaldi di qualche tempo fa che faceva un’ode ai terzi incomodi… perché diceva che hanno il compito karmico ingrato di insinuarsi negli spazi deboli delle coppie per aiutarle a vederne la forza. Gli spazi, nelle relazioni si creeranno sempre. Chi vive rapporti di lunga data (specifico sempre di qualsiasi tipo) sa che nessun rapporto è continuamente stabile, felice e promettente, tutte le relazioni sono soggette ad alti e bassi a momenti di debolezza e forza, che le parti giocano una danza interscambiale di chi a volte c’è di più e a volte di meno. Lo stesso video inoltre raccontava che l’amante quasi mai finisce la sua vita con il traditore, è molto raro, perché il suo compito principale è quello di permettere alla coppia di verificarne la solidità con tentazioni irresistibili e poi dileguarsi.





Il terzo incomodo non ha vita facile… vive una parte eccitante, prende solo la crema delle situazioni, come fosse sempre la parte iniziale della relazione quella in cui tutto è bello, allegro, divertente, eccitante… la parte “facile”, quella che la natura struttura appositamente per invogliarci a rimanere e creare una relazione stabile.

Esistono tante opinioni sulle persone che si trovano spesso a fare “il cuculo” della situazione. Tra i più comuni abbiamo:

-incapacità ad impegnarsi

-bisogno di sentire l’importanza (hai marito/moglie e figli ma appena puoi corri da me)

-bisogno di prendersi solo la parte leggera

Ma chi si trova (sempre) in quella posizione qualora si volesse fare due domande a riguardo potrebbe cominciare con il “da cosa mi permette di difendermi una relazione con un uomo/donna sposati, rispetto a una relazione libera”? “quale plus mi da una relazione con un partner impegnato che una relazione libera non mi darebbe”?

 

 

 

È solo un atto fisico?

Ecco qui andrebbe un po’ visto nei patti iniziali di relazione, che nessuno fa mai. Stabiliamo dall’inizio di una relazione “cosa non si deve consegnare al di fuori, per non sentirsi traditi” (piselli, patate, soldi, progetti, idee, merendine, pensieri, confidenze ecc) affinchè sia chiaro.

Quando è chiaro cosa chiediamo di non consegnare al di fuori di quella relazione, verrà anche più chiaro al “tentato” capire quando le cose stanno sfuggendo di mano.


 

Frittata fatta: e adesso?

 

Esiste una modalità per dire al tuo socio/partner “non è più con te che sento di trovare la mia realizzazione/felicità”?

O anche: esiste una modalità giusta per il traditore di comunicare che la frittata è fatta?

Un modo corretto per dare una notizia che certamente porterà dolore o romperà degli equilibri non esiste… Spesso infatti si ritiene che la modalità “strappa il cerotto velocemente” faccia  meno male… cosa che invece non è vera. (Meno male a chi?)

Esiste invece la possibilità di guardare la persona dall’altra parte e sulla stessa scia del rispetto che vi siete sempre donati, metterla al corrente di cosa è accaduto o cosa sta per accadere, magari anche davanti ad un buon terapeuta che vi aiuti a muovervi in quel bailamme di emozioni forti e dolorose.


Come tutte le cose, la forza nella relazione non è la staticità, ma quanto si è in grado di danzare, e di rialzarsi quando si cade, un po’ con il coraggio di guardarsi negli occhi e dirsi “vogliamo ancora ballare insieme?” “il sogno condiviso iniziale va ancora bene a tutti e due?” “questo progetto porta ancora acqua a tutti i mulini”?




Ma cosa spinge il traditore a tenere il piede in due scarpe?

Perché adesso ve l’ho fatta facile… abbiamo capito che in molti casi la necessità del traditore è quella di trovare qualcosa che gli dia emozioni, vita, pienezza, piacere al di fuori di un sistema che non gliene da più o abbastanza.

E’ come dire: se ho sete e questa fontana non mi disseta più, ragionevolmente: me ne accorgo, segnalo, avviso ne parlo, guardo se c’è possibilità da parte di entrambi di rimanere oppure scelgo di spostarmi. Dove sta il problema?

Intanto questa chiarezza non c’è mai, e poi perché il traditore stesso inconsapevolmente sa, che la sua scelta può far del male al tradito, e la responsabilità di questo dolore proprio non la vuole, perché fa male. (“ah… com’è difficile spiegare, a una donna la sua parte, quando tu la vuoi lasciare… lei ti sfiora il corpo e dentro muore…” cit Umberto Tozzi).

C’è quindi una tacita speranza di poter tenere capra, cavoli, lupo, fante cavallo e re, tutti nella stessa barca. Ma come ben sappiamo, essere responsabili (abili a rispondere) della propria vita e delle proprie scelte richiede grande forza e presenza di sé, perchè interagisce per forza di cose con le vite degli altri. Non è facile, dopo aver sognato, progettato insieme, guardare l’altra persona negli occhi e dire “io non ci sono più”… sparire / tradire di nascosto è un atto un po’ vigliacco se vogliamo, fatto nel tentavo goffo di non ferire o fare danni… è come dire “non ci sto bene qui, mi manca qualcosa, ma non ce la faccio a dirlo perché non ce la faccio a reggere il peso di quello che potrebbe accadere…” e allora tento un modo un po’ arraffazzonato di gestire la cosa, che di solito non solo non funziona ma fa il danno ancora più grande.

Perché la soluzione, come già accennato,  sarebbe quella di sedersi con il partner/socio e dire “guarda… è successo che in questo momento mi sento attratto/a da altra persona/lavoro ecc… mi rendo conto che questo è un campanello di allarme… che c’è qualcosa che non sta andando come vorremmo… ne parliamo?”

Ma, questo vorrebbe dire parlare, ammettere imperfezioni mettersi in discussione e in gioco… tutte cose fottutamente scomode…adattarsi, cambiare cose… sentire disagio e dolore. E diciamocelo… chi veramente ha il coraggio e la voglia di farlo? E’ decisamente più comodo cercare soluzioni alla chetichella…  soprattutto quando si parla di amore, anche perché quello che in molti non dicono, è che quando trovo in una relazione clandestina quello che mi manca in quella ufficiale…  la sensazione è piacevole e  quella di aver trovato una quadra e fa passare il messaggio che tutto sommato, funziona.

Insomma ci vuole coraggio per tradire, accorgersi e parlarne.

Che tu sia tradito, traditore o terzo incomodo, fai parte di una relazione che è messa alla prova. Le relazioni non nascono e muoiono stabili ed equilibrate. Chiunque viva la vita sa perfettamente che nessuno è la stessa persona di 1, 2, 5 o 10 anni fa e quindi è assolutamente impossibile che tutti siamo sintonizzati sulle promesse fatte ad amici, soci, mariti o mogli, la soluzione è aprire gli occhi e togliere la testa da sotto la sabbia (anche perché il sedere rimane fuori) guardare la persona dall’altra parte danzare con lei e chiedere ogni tanto di fare un “tagliando”, per vedere se si sta andando tutti dalla stessa parte e con le stesse intenzioni.

 

La questione fiducia e i patti e libertà di ricercare la propria felicità

La domanda fastidiosa che voglio lasciarvi è:

Quanto è lecito che un patto/contratto vincoli le persone al di là di ciò che è meglio per loro?

Se siamo soci in affari o sposati, e le cose non stanno andando bene tra di noi, quanto quel patto mi vincola a farmi andare bene le cose? A non andare a cercare felicità o il successo altrove?

A quanto della tua felicità o sua felicità, si è disposti a rinunciare per onorare un patto o un accordo?

 

 

Ricorda sempre che non esistono cuori infranti, ma esistono cuori che si rompono nel tentativo di infilarli con forza dentro scatole troppo piccole. (Jodorowsky).


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1 commento


mardal71
07 ago

Ciao Yana

Trovo sempre molto utile conoscere il tuo punto di vista 🙏

🤗

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