
Maschi e femmine, cosa vuol dire essere maschi o femmine negli ultimi anni?
Io sono un po’ come internet explorer… sugli argomenti di tendenza, arrivo sempre un po’ dopo. Questo perché mi piace prendermi tempo e osservare… e ascoltare.
E’ troppo facile commentare a caldo quando accadono le cose, sull’onda e-mozionale… ma è a sangue freddo che si ha la visione più pulita, ma complici le olimpiadi più chiacchierate, da questo punto di vista, della storia, anche io ho colto il momento.
Non è un segreto che negli ultimi anni si siano avuti due fenomeni irruenti: quello di coloro che hanno cominciato a sentire e a dichiarare confusione riguardo quella che è la propria sessualità e quella di coloro che ancora non riescono a capire come sia possibile non capire la propria sessualità.
Come tutti gli argomenti che toccano corde importanti, il vespaio agitato (non shakerato) e lanciato è stato inevitabile.
Se lo chiediamo a internet o alle cosiddette “intelligenze artificiali” (che raccolgono quello che è il comune pensare a riguardo) cosa si intende per sessualità, ci propongono questa definizione:
“l’insieme dei caratteri e dei fenomeni relativi al sesso” (così se la cava il dizionario)
L’AI invece approfondisce l’argomento, suddividendo più diplomaticamente in tutta una serie di caratteristiche specifiche.
Già perché il termine sessualità è ben lungi dall’essere statico, ma ha raccolto e arricchito il suo significato attraverso gli anni. Esistono parole che non hanno lo stesso significato attraverso i tempi, perché si adattano accogliendo esigenze e punti di vista.
Quei “caratteri sessuali” che venivano facilmente individuati inizialmente, secondo un linguaggio molto basic stile:
hai pisello? -> uomo
hai patata? -> donna
insomma, un livello Neanderthal, oggi non sono più sufficienti, perché la parola stessa ha avuto bisogno di rispondere ad altre esigenze.
Qui il gap generazionale è stato particolarmente messo in sfida.
Sappiamo che nei periodi più “facili” dove il benessere permette di soddisfare quelli che sono i bisogni più basilari, l’essere umano può spostarsi ad ascoltare e dare voce ad altri bisogni precedentemente non considerati così importanti.
In parole povere: laddove vivo nella guerra, nella carestia, dove non so se arrivo a vedere il domani perché la mia vita è in gioco, ecco che tutta una serie di disagi o malesseri emotivi vengono spostati come priorità a “tempi migliori”.
Siamo praticamente divisi tra una generazione “nonni” che non ha mai avuto bisogno di farsi domande su come porsi sessualmente e quindi non capisce il bisogno di uscire dagli schemi, una generazione “nipoti” con un gran bisogno di gridare al mondo che c’è spazio per tutti e una generazione “genitori” che è divisa tra gli uni e gli altri che non sa bene cosa dire, e che vorrebbe far felici tutti ma non sa bene ancora cosa stia succedendo.
Biologicamente per capire in maniera oggettiva “cosa” siamo è semplice: basta guardarsi allo specchio e andare per esclusione, cercando di non cadere nel tranello che in base a quelli che sono i caratteri sessuali principali manifesti nel mio corpo, allora sono così anche a livello sociale.
Sono due cose diverse.
A livello energetico esistono due forme ben distinte di movimento, quello maschile o Yang e quello femminile o Yin. Al mondo veniamo con una predominanza o la tendenza a manifestarci principalmente con uno dei due tipi di energia, ma questo non significa che l’altro non esista o che ogni tanto non prenderà il sopravvento.
La sessualità in senso lato in qualche modo rappresenta le nostre caratteristiche nell’affrontare la vita nella sua totalità. E laddove la mia energia è più spinta verso uno dei due lati, ecco che anche la mia forma fisica (che si sviluppa in base alle informazioni ricevute a livello energetico informazionale) preferirà svilupparsi in quel senso, con gli strumenti di cui la natura mi avrà fornito.
Se sono particolarmente portata/o a nutrire le persone per prendermi cura di loro (movimento di tendenza femminile Yin) il mio corpo mi verrà in aiuto in quel senso, magari donandomi un seno prosperoso, o spalle larghe o fianchi pasciuti, o un fegato che tende ad accumulare zuccheri, perché secondo una codifica naturale quelli sono alcuni tra gli organi maggiormente propensi a soddisfare quella funzione.
Al contrario se energeticamente sono portato/a condurre, difendere, orientare, combattere (movimenti maschili di natura Yang) il mio corpo mi verrà in aiuto sviluppando quei caratteri che potranno sostenermi in quello: muscolatura e struttura fisica di un certo tipo, metabolismo e modalità di reazione, ecc…
Questa comunicazione energetica ed emozionale con il corpo avviene attraverso gli ormoni maschili e femminili (nel senso che uno ha il compito di dire al corpo “ehi! Spingi lo sviluppo di parti del corpo che sostengano i movimenti di natura Yang” oppure “ehi! Qui prevalentemente rispondiamo con movimenti Yin, sosteniamo la situazione sviluppando caratteri femminili) grossolanamente suddivisi tra testosterone ed estrogeni.
Con le parole femminile e maschile in realtà si cerca di descrivere movimenti, reazioni, caratteristiche di cui la manifestazione nel corpo ne rappresenta solo una parte.
Ecco da lì la confusione.
Con il termine “femminile” si descrivono tutti quei movimenti di energia terrena, lenta, di accoglienza, di far crescere, di maternare, proteggere nell’intimità, che non ha bisogno di predominare, essere in grado di stare con quello che c’è senza bisogno di re-azione. E’ l’energia della terra e se vogliamo in parte della roccia, un tipo di forza statica, di presenza, di ambiente. Lo vediamo anche nell’embriogenesi, l’ovulo non ha un suo apparato che gli permette di muoversi, viene accompagnato e portato ad incontrare lo spermatozoo che invece a sua volta è dotato di una coda per muoversi ed energie sufficienti per orientarsi e arrivare alla meta; è l’ovulo che decide quale spermatozoo far entrare, e lo accoglie come una camera confortevole, che permetterà di creare qualcosa di nuovo. Sarà nel corpo di natura femminile che si svilupperà l’ambiente migliore per l’impianto dell’ovulo fecondato in un tessuto morbido e in grado di nutrirlo e farlo crescere.
Con il termine “maschile” per contro, si distingueranno tutti quei movimenti attivi, di volontà di forza dinamica, decisione, orientamento, energia, combattimento, il distinguersi ecc… che già appaiono nel moto degli spermatozoi. E’ un’energia di entrata, come a pensare al fuoco al vento, a tutto ciò che si muove, per fare un esempio.
Queste due forze sono sempre presenti in noi, esattamente come gli ormoni. E’ solo che ognuno di noi parte con un corredo di base rinforzato da una parte, e la capacità più o meno spiccata di surfare la presenza di un ormone piuttosto che un altro.
Sono energie che originano dalla notte dei tempi, al fine di rendere più agevole lo sviluppo della specie: se inizialmente le prime forme di vita erano asessuate e si riproducevano per mitosi (una cellula che produce un’altra cellula uguale identica), successivamente per rendere più performante l’evoluzione della specie, si è passati alla necessità di avere due esseri con due tipi di energie e talenti differenti che grazie alla loro cooperazione permettono di creare qualcosa di nuovo.
Da soli magari si fa prima, ma in due ho maggiori possibilità di andare più lontano. Il bisogno di avere due forme di vita con energie e talenti diversi per creare un nuovo essere, mi permette di dotarlo di un patrimonio genetico più vasto, il che significa maggiori capacità di adattamento e quindi possibilità di sopravvivenza elevatissime.
Se nasco con caratteri principali sessuali femminili (e quindi con una maggioranza di possibilità di relazionarmi con la vita dal punto di vista degli estrogeni) non vuol dire che sono destinata a mettere fiocchetti rosa e fare la calzetta, però mi dirà che ogni volta che mi troverò a preferire movimenti come reazione attiva, combattere, sottomettere, decidere, prevalere, ecc.. sarà perché in quel momento per sopravvivere il mio corpo ha scelto di rendermi maggiormente sensibile al testosterone. E viceversa.
Quello che negli ultimi anni le nuove generazioni hanno avuto bisogno di manifestare, urlare, combattere ecc… non è nient’altro qualcosa che in natura esiste da sempre. E’ una bilancia che ognuno di noi ha e che segue i suoi ritmi di sopravvivenza.
E’ stata una necessità che ha avuto bisogno di messaggi estremi per poter raggiungere quante più orecchie possibili, e che utilizza la provocazione e l’estrosità irriverente per essere sicura di raggiungere quante più persone e cuori possibili.
Ricordiamoci che la diversità già di suo disorienta, e una persona disorientata e confusa che non sa cosa sta succedendo, difficilmente sarà ben disposta ad accogliere in prima battuta.
Insomma: non tutti entrano in un lago ghiacciato dopo aver vissuto 40 anni al caldo, un attimo di preparazione ci vorrà.
Giusto o sbagliato incoraggiare queste novità?
Ridurre il tutto a una semplice questione di giusto o sbagliato è proprio un punto di vista povero…
Di certo il discorso della sessualità ora che abbiamo capito le sue origini, non è cosa da poco. A livello filosofico, etico, e sociale si possono aprire discorsi infiniti, tutti fini a se stessi.
I bambini hanno sempre giocato a recitare la parte di mamma e papà indipendentemente dal loro sesso di nascita, questo non deve spaventare: è pieno il mondo di maschietti che provano le scarpe e il rossetto di mamma o di femminucce che giocano con le macchinine o ai cow boy, il gioco è il modo e il mondo in cui si sperimenta la vita, facendo finta che…
Quando un bambino dice di essere confuso e di voler essere “un’altra cosa”, sta cercando una nostra opinione e un punto fermo dove poter essere ascoltato e contenuto. Sarebbe saggio non rispondergli guidati dalle nostre paure o da quello che dice la società e il giudizio degli altri, si potrebbe intanto cominciare dal non farlo sentire sbagliato, diverso o come se questo fosse un problema: paradossalmente potrebbe anche voler essere una fata, un elfo, un cavallo, e non per questo ci sentiremmo minacciati o sentiremmo il bisogno di incoraggiarlo.
La sessualità intesa come un sistema complesso di comportamenti di relazione è qualcosa che si manifesterà anche più avanti e mano a mano che il bambino/a, ragazzo/a, adolescente, accumulerà informazioni e si sentirà guidato a sentire tutte le campane, saprà confrontarsi con queste sensazioni.
L’amore non ha bisogno di nessuna etichetta che sia maschio, femmina, no binario, lgbtq+ ecc.. Cercando di combattere delle “etichette” se ne sono solo semplicemente create delle altre. C’è spesso rabbia nel non sentirsi riconosciuti per come ci si sente, rabbia per non avere un posto o per non essersi sentiti ascoltati.
Cari nonni e genitori, se avete difficoltà ad accogliere questi nuovi bisogni che non riconoscete e la vostra paura è quella di non avere dei nipotini da accudire, ricordate che esistono dopo scuola o associazioni che non aspettano altro che il vostro aiuto, che esisteranno comunque persone o bambini che non aspettano altro che l’amore saggio di un nonno, indipendentemente dal fatto che sia o meno della sua “linea di sangue”. Potete amare qualcuno anche se non lo capite, basta accoglierlo esattamente così come si presenta, senza il bisogno di incasellarlo in qualcosa che conosciamo.
Cari figli e nipoti che non sapete come collocarvi nella vostra sessualità, ricordate che comunque la viviate è qualcosa di molto personale e molto intimo. La vostra felicità va al di là di qualsiasi etichetta o riconoscimento: se per amare qualcuno o essere amata/o da qualcuno, ho bisogno che altri riconoscano la mia sessualità (o il fatto che io non senta il bisogno di catalogarmi) è qui che c’è qualcosa di sbagliato, l’amore esiste indipendentemente dal fatto che ci sia qualcuno o meno in grado di riconoscerlo.
Se per sentirmi libero/a di amare ho bisogno di sbatterlo in faccia a chi non lo capisce, di scioccarlo, di vedere la sua reazione… mi sa che, credendo e cercando di tornare a casa, mi sono perso/a per strada.
Comments