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Stress- Perchè mi sveglio sempre alle 3?Perchè mi ammalo nel weekend e in vacanza?

Oggi vi tedio un po’ con un accenno tecnico di come lo stress agisca sul nostro sistema nervoso (portando a provare stati come ansie, rabbie, insonnie, risvegli notturni)



Pensate al vostro corpo come ud una macchina meravigliosa alla quale ogni giorno la vostra mente chiede tutto quello che vi serve per andare avanti. Molte volte chiediamo anche di fare cose che la nostra mente trova assurde, come andare a lavorare in posti che non ci piacciono, avere a che fare con persone che ci fanno arrabbiare, frequentare forzatamente situazioni delle quali ne faremmo volentieri a meno. E’ un po’ come se la nostra mente biologica si svegliasse al mattino e come un pilota dicesse: “toh… allora oggi vado ad essere felice, vivo e sereno” e poi noi, la portiamo in mezzo alla guerra perché “DOBBIAMO fare questo, DOBBIAMO fare quello, ecc…” Così, la nostra mente si rassegna, entra in modalità “e anche oggi siamo sereni domani” e “mainagioia” e si prepara a farci riportare meno danni possibili a fine giornata.


Come abbiamo già detto il nostro corpo è fantastico, è continuamente regolato da un sistema naturale chiamato OMEOSTASI: un processo sempre pronto a tenerci in vita: mi taglio? Parte subito a ripulire e chiudere. Devo correre? attiva subito tutto per far affluire sangue e ossigeno ai muscoli per farmi scattare. Mangio qualcosa che non mi fa bene? Si attiva subito per espellerlo il più in fretta possibile.

Di questo sistema omeostatico fa parte anche un generale controllore che si chiama SISTEMA NERVOSO. Che controlla tutto, proprio tutto, ed è in costante comunicazione con i cervelli.

Il suo compito è quell di controllare due funzioni: quella della sveglia-movimento-reazione (conosciuto anche come lotta/fuga – SISTEMA SIMPATICO) e quello del riposo o riparazione-constatazione (SISTEMA PARASIMPATICO). Ogni volta che riceviamo uno stimolo esterno, questo viene elaborato dai cervelli che, in base a quello che è il nostro percepito, decideranno quale parte del sistema nervoso dovrà attivarsi e quali organi dovranno essere interpellati per reagire a quella situazione.

Se, per esempio sono nella foresta e un orso mi minaccia, il mio sistema nervoso attiverà alcuni organi essenziali per la lotta/fuga, mentre altri verranno “momentaneamente messi standby”, se devo fuggire, infatti, funzioni come la digestione perdono di importanza e quindi il sangue verrà tolto da quel processo per essere mandato nei muscoli delle gambe.


Tutto chiaro? Bene, andiamo avanti.

Ogni giorno i nostri sistemi nervosi si muovono armonici in una danza, organizzandosi per darci energia presenza e vitalità (sistema SIMPATICO) in un ben preciso momento della giornata: a partire dalla sveglia del mattino con la luce dell’alba (indicativamente le 7,00); per raggiungere l’apice nella tarda mattinata e cominciare a scendere dalle 14,00 circa in avanti per prepararsi alla notte (vedi botta di sonno dopo pranzo).

Qui a partire dalle 22-23,00 si attiva il PARASIMPATICO che ha il compito durante la notte, di riparare tutto quello che noi di giorno abbiamo usato o sfruttato con il nostro corpo. Con un picco (una specie di banco prova per vedere se tutto è in effetti ok) intorno alle 3,00 (dove chi ha risvegli notturni di solito si risveglia con maggiore frequenza), per poi ricominciare a prepararsi per il risveglio.

Immaginate questi due sistemi come una linea continua armonica sinusoide: quando ho bisogno di essere sveglio e di fare cose il mio corpo mi sostiene stando sopra la linea, quando posso riposarmi e riparare, scende sotto la linea.

D’altronde, se siamo in auto e ci corriamo a più non posso, poi non è che la riparo in pista mentre sono sparata ai 200 kmh, la riparo quando è bella ferma nei box, possibilmente sul ponte. L’ormone che ci stimola naturalmente lo stato sveglio del giorno, è il cortisolo (eccolo lì, beccato!) che nella dose giusta ci tiene sul pezzo, belli svegli, pronti, attivi e vigili: insomma delle persone in movimento. Quando il mio cervello elabora che serve essere più attivi, stimolerà la richiesta di cortisolo, quando non ce ne sarà più bisogno smetterà di chiederne la produzione, permettendoci di sentire la stanchezza e i dolori. (Qui è di nuovo bellissimo osservare il senso biologico: non posso sentire i sintomi mentre "combatto" non sarebbe funzionale). E qui ci diventa già più chiaro perché la maggior parte dei sintomi li proviamo di notte o nel weekend o quando andiamo in vacanza: perché quando smetto di tirare il collo alla macchina, è li che mi permetto di andare in riparazione e sentire i sintomi che mi tengono fermo ai box per riparare. Quante volte vi è capitato di sentire: “oh, corro tutta la settimana e poi come entro nel weekend mi vengono cervicali, dolori, sintomi vari, ecc…”? o anche meglio: “tiro tutto l’anno e come vado in vacanze me ne esce di ogni…”.

Sempre più chiaro? Il succo è: tanto più chiedo al mio corpo in fase di sveglia e tanto più lui avrà necessità di riparare quando va ai box.

Se ho un buon sonno ristoratore e riparatore in settimana, sarà più difficile che nel weekend io senta stanchezza o dolori. Ma allora se il cortisolo mi serve, che senso ha tirarlo giù, magari con una meditazione? Ecco, qui occorre trascendere un attimo da un concetto che sentiamo molto nostro come occidentali, ovvero quello dell’interruttore: ho un problema qui -> prendo qualcosa per farlo sparire.

Occorre entrare nell’ottica del “ho un problema qui? diventa “ho un segnale qui”, e il “come faccio a farlo sparire” diventa “come mai il mio corpo sente la necessità di darmi questo segnale? In che modo mi sta aiutando?”. Che, tradotto per noi vuol dire: se il mio corpo sente la necessità di produrre taaaaaanto cortisolo, per cosa ritiene di dover stare costantemente all’erta e pronto?

Che, ulteriormente sottotitolato specifica: se lo stato di all’erta varia per ognuno di noi, e quindi varia con il percepito personale di tutti (io posso sentire di dover scappare da un ragno mentre altri invece no perché non ne sono spaventati) che cosa stai percependo tu di non vitale o spiacevole nel tuo contesto, che fa si che tu non possa mollare l’attenti? Ora, se fossimo esseri primitivi nella foresta, sarebbe più semplice: all’epoca le cose che minacciavano erano ben poche: o bestie feroci che ti associavano ad un possibile pasto o condizioni atmosferiche avverse.


E allora quali sono le bestie feroci da cui ti senti braccato? Tieni presente che il tuo cervello non fa distinzione tra realmente vissuto, situazioni oggettive o proiettate. Ma quello che fa la differenza è IL TUO PERCEPITO, quello che TU PERCEPISCI come un possibile pericolo, per te o la tua famiglia. Non fa la differenza, perché siamo l’unico animale che alla coscienza biologica ha aggiunto la coscienza sociale e tutte le regole imposte dallo status. Mentre in un branco è tutto molto semplice, noi come branco di umani abbiamo costruito regole, convenzioni sociali, sistemi di educazione e diseducazione, etichette, ci siamo rinchiusi in condomini, in uffici con persone che non sopportiamo, e tutte quelle belle cose lì. Quindi se, per esempio, volessi andare via da un lavoro che non mi piace, mentre un lupo se ne andrebbe semplicemente, noi cominciamo a pensare al mutuo, alla rata della macchina, e come faccio con mia moglie e come faccio con i figli, e come faccio con mio marito ecc… ATTENZIONE: nulla di giusto o sbagliato. Nessun giudizio, solo constatazione. Tutte le scelte che facciamo sono quelle che sentiamo giuste per noi, troveremo il tempo e il modo di farne di diverse se sarà il caso. Ora mi è più semplice spiegarvi la storia di cosa c’entra il cortisolo e come, PRESTA BENE ATTENZIONE, non si tratti di abbassare il cortisolo, ma lavorare sulla tua percezione affinché il tuo cervello non senta di dover partire subito a richiederne quantità come se si preparasse ad attraversare il polo nord a piedi in ciabatte e vestito di cotone leggero.


Lavorare sulla centratura di sé stessi, è un buon modo per riuscire a fare il focus corretto rispetto alle vere esigenze della tua vita, aggiungere dei momenti meditativi alla tua giornata può fare la differenza. Chi ha letto il mio libro sa che la meditazione non è solo quel momento passato a svuotare la mente o a dominare la mente in maniera passiva: ogni volta che faccio un’attività in cui la mia mente si può concentrare solo su quello in maniera esclusiva e dedicata, anche quella è meditazione.

Quindi ok alle meditazioni, ma anche ok alla danza spontanea, al tiro a segno, al giardinaggio e al mettere in ordine una vaschetta di perline colorate.


Ma anche lavorare sul percepito: Cos’è che ti fa costantemente saltare su? Cosa ti infastidisce? Quale emozione o sentito ti crea sempre quel senso di fastidio? È possibile lavorarci con molte tecniche e discipline, puoi scegliere quella che ti porta maggiormente alla consapevolezza, perché è sempre attraverso la consapevolezza e la conoscenza di sé che si ottiene maggiore libertà. Io potrei proporti le mie sedute di coach emozionale basandoci sulle 5 leggi biologiche o la kinesiologia emozionale, la lettura del tuo enneagramma, ma esistono anche i fiori di Bach, il Theta Healing, le costellazioni familiari (sul mio canale di Youtube trovi anche tutte le interviste ai vari operatori delle varie discipline, se vuoi conoscerle meglio) e molte altre tecniche, prima fra tutte la psicoterapia. Ricorda che puoi accedere alla tua consulenza gratuita contattandomi qui


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